Area Paziente & Caregiver

Cosa si intende per malnutrizione e quali sono le sue conseguenze

Per malnutrizione si intende una condizione di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo come conseguenza di uno squilibrio tra fabbisogni nutrizionali, assunzione alimentare e utilizzo dei nutrienti da parte dello stesso.

La malnutrizione per difetto ha numerosi effetti negativi sulla fisiologia e corretta funzione dell’organismo, come il declino della funzione muscolare, cardio-respiratoria, gastrointestinale e psicosociale. Inoltre, può causare la riduzione delle difese immunitarie del paziente e una riduzione dell’efficacia di molte terapie, comprese radio e chemioterapia, oltre a una riduzione della qualità di via.

Quali sono i segni di perdita di peso/rischio malnutrizione

I segni a cui paziente e caregiver possono prestare attenzione, da riferire poi al proprio Medico, sono diversi:

  • perdita di peso non intenzionale valutabile sia usando come riferimento il peso abituale che prestando attenzione a eventuali segni, come pantaloni che cadono, vestiti più larghi, ecc;
  • minore assunzione alimentare e perdita dell’appetito correlata o meno a nausea, vomito, alterazione dei sapori;
  • debolezza/riduzione delle forze valutabile considerando ad esempio la capacità di svolgere senza fatica attività giornaliere abituali (aprire bottiglie, alzarsi dalla sedia, fare le scale, ecc.).

Come si calcola e cosa indica il BMI

L’indice di massa corporea (BMI) è un utile strumento per una prima valutazione dello stato nutrizionale. Viene utilizzato per una valutazione della massa corporea rispetto a valori indicati come ottimali e si calcola dividendo il peso, espresso in chilogrammi, per l’altezza, espressa in metri al quadrato (m2).

In base al valore ottenuto è possibile distinguere diverse condizioni:

  • IMC <18,49 kg/m2 = Sottopeso: condizione che potrebbe indicare un’alimentazione non sufficiente a soddisfare i fabbisogni nutrizionali o possibili condizioni patologiche. È un valore da non sottovalutare e che richiede ulteriori indagini da parte del Medico.
  • IMC 18,50 – 24,99 kg/m2 = Normopeso: condizione ottimale.
  • IMC 25,00 – 29,99 kg/m2 = Sovrappeso: condizione che potrebbe indicare un’alimentazione sbilanciata, uno stile di vita sedentario o squilibri metabolici, ormonali, elettrolitici, da indagare con il Medico.
  • IMC ≥30,00 kg/m2 = Obesità: condizione caratterizzata da un’eccessiva quantità di grasso corporeo che potrebbe determinare degli effetti negativi sulla salute, da indagare con il Medico.

Cosa si intende per disfagia e quali sono le sue conseguenze

La disfagia viene definita come un ritardo anomalo nel movimento di un bolo alimentare dall’orofaringe allo stomaco, che si manifesta spesso con difficoltà di deglutizione. La disfagia è particolarmente diffusa tra gli anziani, a causa di diversi fattori come l’indebolimento dei muscoli della mascella, la perdita dei denti, le alterazioni di gusti e odori e la ridotta salivazione. I pazienti con disfagia, nei quali l’assunzione di alimenti e liquidi è spesso limitata, devono essere considerati ad alto rischio di carenze nutritive, disidratazione e malnutrizione.

Quali sono dei segni di disfagia

Alcuni pazienti con disfagia hanno difficoltà a deglutire determinati alimenti o bevande, mentre altri non riescono a deglutire affatto.

I segni della disfagia includono:

  • tossire o soffocare mentre si mangia o si beve;
  • riportare su il cibo, a volte attraverso il naso;
  • la sensazione che il cibo sia bloccato in gola o nel petto;
  • una voce gorgogliante si mangia o si beve;
  • bava alla bocca e problemi di masticazione.

Che cos’è la nutrizione clinica

La nutrizione clinica è una disciplina medica che si occupa della relazione tra salute e stato di nutrizione del paziente in presenza di malattia acuta e/o cronica. Lo stato di nutrizione è la risultante dell’assunzione alimentare e dell’assorbimento e utilizzo dei nutrienti da parte dell’organismo. Una corretta valutazione dello stato di nutrizione è importantissima per rilevare eventuali disturbi nutrizionali e poter intervenire adeguatamente.

La nutrizione clinica, quindi, si occupa di studiare, prevenire, diagnosticare e curare la malnutrizione per eccesso, per difetto o selettiva e le alterazioni metaboliche nell’individuo a rischio nutrizionale.

Diversi studi hanno dimostrato l’impatto positivo della nutrizione clinica sull’andamento di diverse patologie in termini di guarigione, sopravvivenza e qualità della vita del paziente, con notevoli risparmi anche in termini di spesa sanitaria.

Per questi motivi la nutrizione clinica può essere considerata un intervento sanitario salvavita a pieno titolo.

Cosa sono gli alimenti a fini medici speciali

Gli alimenti a fini medici speciali (AFMS) sono alimenti dedicati a gruppi specifici di popolazione e disciplinati da un particolare regolamento dell’Unione Europea (Regolamento (UE) 2016/128).

Si tratta di prodotti alimentari, da utilizzare sotto il controllo del proprio medico, volti al trattamento nutrizionale di pazienti affetti da malattie o con condizioni mediche che determinano una vulnerabilità nutrizionale. Questa situazione di vulnerabilità nutrizionale è caratterizzata dall’impossibilità o forte difficoltà ad alimentarsi utilizzando i comuni alimenti, integratori alimentari compresi, per soddisfare il fabbisogno di nutrienti.

Gli alimenti a fini medici speciali, rispetto agli altri alimenti, possono provvedere in tutto o in parte alle particolari esigenze nutrizionali dei pazienti imposte da malattia, disturbi, malnutrizione, o comunque di facilitarne il trattamento dietetico. I comuni integratori, e quindi i prodotti a base di vitamine e/o minerali, non sono alimenti a fini medici speciali.

Gli AFMS possono essere:

  • completi dal punto di vista nutrizionale: possono rappresentare l’unica fonte di nutrimento per le persone cui sono destinati, se utilizzati correttamente;
  • incompleti dal punto di vista nutrizionale: non possono essere utilizzati come unica fonte di nutrimento;


La formulazione di questi alimenti può variare considerevolmente:

  • a seconda che si tratti di fonti nutrizionalmente complete o incomplete;
  • in funzione della patologia e dell’età del paziente a cui sono destinati.


È fondamentale che l’utilizzo degli alimenti a fini medici speciali avvenga sotto il controllo del proprio medico.

Chi potrebbe trarre benefici dal loro utilizzo?
I pazienti oncologici potrebbero trarre un notevole beneficio da un corretto e consapevole impiego della nutrizione clinica, ma non sono gli unici.

Infatti oggi gran parte dei fabbisogni metabolico-nutrizionali dei malati cronici non sono soddisfatti e la malnutrizione per difetto causa riduzione delle difese immunitarie del paziente e una riduzione dell’efficacia di molte terapie, comprese radio e chemioterapie, oltre a numerosi altri problemi che possono portare a ricoveri in gran parte evitabili.

Oltre ai pazienti oncologici, i pazienti maggiormente a rischio malnutrizione per difetto sono quelli chirurgici e tutti i pazienti con malattie acute o croniche gravi, quali: malattie neurodegenerative (demenza, malattia di Parkinson), malattie respiratorie, gastroenterologiche, polmonari, insufficienza renale, cardiaca o epatica. Inoltre, gli anziani, soprattutto se presentano più patologie, sono a rischio di malnutrizione per fattori legati all’invecchiamento o alle patologie concomitanti.

Cosa sono i Supplementi Nutrizionali Orali (ONS)

I Supplementi Nutrizionali Orali (ONS) sono particolari AFMS destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione calorico-proteica presentati in forma liquida, cremosa o in polvere per soggetti ancora in grado di alimentarsi per via naturale.

I ONS sono un supporto nutrizionale efficace da assumere su indicazione del medico per contrastare la malnutrizione e migliorare le condizioni di chi è in grado di alimentarsi, ma non in modo sufficiente da soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale.

I ONS apportano benefici comprovati dal punto di vista nutrizionale, dell’efficacia e clinico, benefici riscontrati sia negli ospedali che nella comunità su numerosi e diversi gruppi di pazienti.

Consigli pratici per il Caregiver

Come favorire l’assunzione alimentare da parte del proprio caro

  • Tenere diversi alimenti (puree, budini, frutta secca, grissini) a portata di mano per eventuali spuntini;
  • Preparare i pasti per il proprio caro e tenerlo lontano da odori soprattutto quando sono presenti disturbi dell’olfatto e/o nausea;
  • Frazionare i pasti in più volte durante il giorno;
  • Valutare con il Medico la possibilità di integrare la normale alimentazione con i supplementi nutrizionali orali in modo da aumentare l’apporto calorico e proteico.

Cosa fare in caso di alterazioni del gusto

Alcune cure possono alterare i sapori rendendoli cattivi in bocca, amari o metallici. Esistono alcuni accorgimenti per limitare questo effetto:

  • Se la persona avverte il gusto “metallico” cucinare in pirofile di vetro e utilizzare posate di plastica;
  • Marinare la carne e il pesce prima della cottura con vino, limone, aceto, erbe aromatiche, olio;
  • In caso di gusto amaro o metallico usare la carne rossa come tartare o carpaccio oppure sostituirla con pesce/carne bianca/legumi e formaggi;
  • Insaporire gli alimenti utilizzando piccole quantità di erbe e spezie aromatiche;
  • Servire gli alimenti a temperatura ambiente per limitarne l’odore;
  • Arieggiare l’ambiente e tenere lontano il proprio caro mentre si cucina.

Cosa fare in caso di difficoltà di masticazione e di deglutizione (disfagia)

  • Preparare piatti con alimenti di consistenza morbida e cremosa (gli alimenti più adatti a chi soffre di disfagia sono i semiliquidi e i semisolidi);
  • Proporre alimenti per l’infanzia (omogeneizzati, semolino, crema di riso, ecc.);
  • Evitare alimenti secchi, croccanti e a doppia consistenza (minestrone, pastina in brodo ad esempio), verdure con filamenti, bucce e semi, legumi e cereali;
  • Modificare la consistenza degli alimenti in modo da ottenere quella ottimale tramite l’utilizzo di addensanti (polveri, colla di pesce, tapioca), diluenti (brodi, latte, ecc.) e alimenti facilitanti (gelatine, condimenti e salse, ghiaccio tritato, gelato, ecc.);
  • Evitare cibi a temperatura simile a quella corporea 36-37 °C, meglio più freddi o più caldi;
  • Far bere spesso a piccoli sorsi, anche con l’aiuto di una cannuccia se utile;
  • In caso di disfagia severa, utilizzare solo bevande gelificate in modo da evitare l’aspirazione;
  • Aiutare il proprio caro a mantenere la posizione corretta durante l’intero pasto;
  • Se è necessario imboccare, sedersi di fronte alla persona per evitare che estenda il capo.
È IMPORTANTE NON SOTTOVALUTARE I PRIMI SEGNI DI MALNUTRIZIONE E CONSULTARE PRONTAMENTE IL MEDICO CURANTE O LO SPECIALISTA IN CASO DI COMPARSA

News